Belle da vedere, coloratissime, sane, adatte a chi lotta perennemente con la bilancia perché – udite, udite – pare non facciano ingrassare e soprattutto molto trendy: stiamo parlando delle poke bowl, delizie di origine hawaiana entrate con forza nei menu di moltissimi locali italiani. Ma non dobbiamo per forza andare al ristorante per gustare una poke: ecco alcuni semplici consigli per realizzare ciotole fantasiose, ricche di salutari superfood e bellissime, a prova di Instagram

Cosa sono le poke bowl

La parola poke – scritta a volte anche poké – significa letteralmente “tagliare a pezzi”. Si tratta di un termine hawaiano, la cui pronuncia suona come “poh kay”, e viene usato per indicare un piatto nato in America.

Il tradizionale poke hawaiano è fatto con pesce spellato, sventrato e disossato. Viene poi tagliato in filetti trasversali e servito con sale marino, kimchi e alghe marine dette “limu”. Questo piatto era un tempo lo spuntino che i pescatori mettevano insieme con gli scarti del loro pescato. La poke bowl base si compone quindi di pesce crudo.

Solitamente viene servito come antipasto, ma se si sceglie una versione articolata, può fungere da piatto principale. Le forme tradizionali del poke hawaiano sono “aku poke” (a base di tonno) che, se fatto con tonno pinna gialla si chiama “ahi poke”, e “he’e poke” (a base di polpo). Quest’ultimo è diffuso anche in Giappone con il nome “tako”.

Secondo Rachel Laudan, storico della gastronomia e autore del libro The Food of Paradise: Exploring Hawaii’s Culinary Heritage, il poke come lo conosciamo oggi inizia a diffondersi solo intorno agli anni Settanta, mentre prende piede negli Stati Uniti a partire dal 2012. Il condimento usato oggi è leggermente diverso da quello tradizionale. Si compone di sale hawaiano, alghe marine, polpa di noci kukui alla griglia. Un nuovo modo di condire il poke che ha subito una forte influenza da parte della cucina giapponese. Con il passare del tempo si sono aggiunti anche salsa di soia, cipolle verdi e olio di sesamo. Possono essere presenti anche il “furikake” – un misto di pesce e alghe essiccati, misti a semi di sesamo – pezzetti di peperoncino secco e fresco, “inamona”, uova di pesce e cipolle Maui.

La poke bowl può avere infinite varianti e comprendere tra gli ingredienti anche salmone e frutti di mare. In alcuni locali si può aggiungere anche riso, noodles, avocado, verdure, pomodorini, carote, cavolo rosso, barbabietole e germogli vari. Il dilagare delle poke bowl fa pensare che le ciotole fresche e colorate, che tanto fanno pensare a spiagge hawaiane e relax, a Milano stiano prendendo via via il posto del tanto decatanto sushi.

Poke bowl: gli ingredienti base

La scelta degli ingredienti per le poke bowl avviene rispettando 4 passaggi. Prima si sceglie la base, che può essere fatta con del riso da sushi, riso integrale, quinoa e misticanza. Poi si passa alla scelta della proteina, che può essere selezionata tra salmone, tonno, gamberi al vapore, tofu. La marinatura, il terzo passaggio, si può realizzare con vari condimenti per insaporire il pesce tra cui salsa di soia, olio di sesamo, latte di cocco. Infine, ci si deve dedicare al topping scegliendo di arricchire la propria ciotola con edamame, cavolo viola, avocado, wakame o degli elementi crunchy.

Secondo un sondaggio tra gli ingredienti che non possono mancare in una super bowl al primo posto ci sono le verdure, seguite dall’avocado e il salmone, il tonno e l’insalata. A questi ingredienti si aggiungono il riso, il pollo e altri tipi di pesce, i legumi e la frutta secca, altri tipi di carne e i cereali.

Perché piacciono tanto
Le poke bowl piacciono tanto perché sono salutari, grazie agli ingredienti di cui si compongono. Sono un modo per esprimere la nostra fantasia, ma anche la nostra intelligenza culinaria, accostando cibi spesso distanti tra loro. Sono anche l’occasione per creare un piatto esteticamente bello, senza bisogno di possedere una particolare tecnica: cosa ad esempio necessaria se si vuole preparare del sushi.

Tra gli ingredienti delle poke bowl elencati ci sono anche molti superfood. Tra questi alimenti vegetali come per esempio broccoli, spinaci, cavolfiore, semi di chia, bacche di goji, cacao, melagrana, mirtilli, rape rosse o avocado che si contraddistinguono per essere ricchi di nutrienti, con specifici effetti per la salute e il benessere psicofisico.

A renderli preziosi per l’organismo sono l’elevato contenuto di vitamine, sali minerali, fibre, antiossidanti e fitonutrienti. In questo modo i superfood possono prevenire l’insorgenza di malattie cardiovascolari e malattie metaboliche quali sovrappeso, obesità, dislipidemie e diabete, prevenire lo sviluppo di radicali liberi e rallentare l’insorgenza di malattie neurodegenerative.

Il consiglio degli specialisti è quello di assumere questi ingredienti ogni giorno, per mantenere un’alimentazione sana e completa, gratificando l’occhio e il palato. Inoltre, l’apporto calorico è bassissimo, accettabile in qualsiasi regime alimentare, anche dietetico.

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